Anche per Diga Records, il nuovo anno è iniziato da quattro settimane. In queste quattro settimane, nonostante il silenzio che aleggia sulle nostre pagine, vi assicuriamo che il nostro studio è stato la nostra prima – e non seconda – casa: un tripudio di voci, persone, melodie, accordi e idee sono passati tra i nostri banchi e i nostri amplificatori. Diga Records, volutamente, è un continuo brainstorming e giuriamo che qualcosa di buono la tiriamo spesso fuori. Come abbiamo fatto alla fine del 2021 con “Autoritratto” di Giorgio Consoli, uno dei lavori di cui più siamo orgogliosi e che crediamo fermamente sia un valore artistico aggiunto e necessario al nostro nome, opera di un artista che tanto ha dato e tanto ha ancora da dare, dire, raccontare. Così, anche quest’anno cercheremo di aggiungere sì valore ai nostri progetti, ma allo stesso tempo di valorizzare ciò che abbiamo attorno.
Come già anticipato sui nostri canali, siamo infatti nelle fasi conclusive per l’uscita di Coralli Cotti a Colazione, il primo progetto solista di Giorgio Consoli musicato da Simone Solidoro e prodotto da Francesco Gaudio: non un disco, non un audiolibro né propriamente un racconto sonoro: è tutto e niente di tutto questo. E credeteci quando diciamo che non vediamo l’ora di farvelo ascoltare. Abbiamo, purtroppo, dovuto affrontare quello che è il periodo un po’ per tutti, con la pandemia che non ha concesso tregua al mondo e, in particolar modo, all’industria musicale, subendo qualche rallentamento ed intoppo che non hanno però minimamente scalfito il nostro entusiasmo per quello che crediamo sarà un vero e proprio spartiacque tra quello che era Diga ieri e quello che sarà Diga domani.
Un entusiasmo che abbiamo indirizzato anche in nuovi lavori e nuovi progetti: presto, su queste pagine, annunceremo infatti le new entry di quest’anno nel nostro roster, raccontandovi dei sogni e delle speranze che poniamo nei ragazzi che passano dalle nostre parti e che, reciprocamente, loro pongono in noi. E questo già racconterebbe il ruolo di Diga nel creare un “bacino” di idee, suoni e fiducia. Un continuo convergere di forze centrifughe che non vediamo l’ora di trasformare in energia musicale. Del resto, è questo il ruolo delle dighe, no?